7 marzo 2008

Veltroni: "... ma anche..."

Antonio Boccuzzi ve lo ricordate? Bhè per chi avesse la memoria corta il Signor Boccuzzi è l'unico sopravvissuto del rogo della TyssenKrupp di Torino dove avevano perso la vita i suoi colleghi. Ultimamente Veltroni ha deciso di inserire Boccuzzi nelle liste del Pd per dare rappresentanza alla categoria operaia. Mi verrebbe da dire a Walter che la politica è una cosa seria e non tutti sono in grado di farla o meglio di farla bene. Boccuzzi ha preso bene anzi benissimo la notizia dicendo che da quel momento il telefono gli squilla in continuazione ma che lui rimane con i piedi per terra perchè è e rimarrà sempre un operaio. A mio avviso questa candidatura causa una contraddizione molto forte: il Pd ha infatti candidato anche l'ex presidente di Finmeccanica Massimo Calearo per dare questa volta rappresentanza alla categoria imprenditoriale. Insomma nel Pd dovranno convivere "servi e podroni". Oltre a ciò però le contraddizioni non finiscono poichè nel partito democratico troviamo Teodem e Radicali, ex comunisti ed ex democristiani, giustizialisti e garantisti, etc...
A questo punto l'unica cosa che mi viene da dire è: povero Walter! Veltroni infatti ha sì costruito un nuovo soggetto politico ed intrapreso una nuova strada ma purtroppo per lui, e per noi, non ha avuto il coraggio di costruire anche una nuova classe politica poichè sotto le candidature di facciata (Boccuzzi, Calearo, Ichino, etc...) e le eccellenti (poche) estromissioni (De Mita, Visco, etc...) i "senatori" del Pd sono sempre li stessi che ormai sono in politica da almeno 30 anni (D'Alema, Fassino, etc...). In questo senso non si può dire che il Pd sia il nuovo poichè è un vecchio vestito da teenager.
Tornando al nostro Boccuzzi mi sembra che abbia fatto il passo più lungo della gamba: dopo la candidatura è miracolosamente comparso in molti talk televisivi (Annozero in primis) esprimendo le sue opinioni sul tema del lavoro. Ma non faceva meglio ad entrare in un sindacato mettendosi ad operare sul campo senza esagerare puntando alla Camera dei Deputati dove con molta probabilità sarà uno dei tanti che nonostante le intenzioni rimarrebbbe bloccato dalla burocrazia parlamentare?

4 marzo 2008

Faccia a faccia

Ieri sera ad "Otto e mezzo" si è svolto un confronto memorabile tra i padroni di casa Ritanna Armeni, Lanfranco Pace e i super-ospiti Bruno Vespa ed Enrico Mentana. Titolo della puntata: Orfani del faccia a faccia. La trasmissione si svolge come sempre con un ritmo serrato e spiazzente dove i conduttori pongono delle domande scomodissime ed imbarazzanti a coloro che normalmente svolgono il loro stesso mestiere in altri orari. Come dice il titolo della puntata il tema centrale è la mancanza dei faccia a faccia in televisione. Infatti in questa campagna elettorale non avremmo confronti tra i candidati premier come sta avvenendo in America dove Obama e la Clinton quasi settimanalmente si incontrano in televisione scambiandosi accuse a volte anche pesanti. La stessa cosa è accaduta in Francia tra Sarkozy e la Royale e con molta probabilità accadrà in Spagna tra pochissimi giorni. Nella trasmissione de La7 è molto interessante l'ultima parte dove Pace citando una frase di Aldo Grasso chiede agli ospiti come mai non vengano mai fatte domande spiazzanti e scomode agli ospiti politici nelle cosiddette trasmissioni di approfondimento politico. Vespa si difende dicendo che lui non conosce i dati (parlando di tasse) e peciò non può chiedere ai politici dove hanno intenzione di prendere i soldi per abbassare le imposte. Ma mi domando io: è possibile che un giornalista che vorrebbe fare una trasmissione seria non conosce le cifre di cui parleranno i suoi ospiti così da chiedere loro delle spiegazioni? Immagino che questa sia una domanda a cui nessuno possa rispondere. Certo è però che visto il numero dei candidati (circa 11) risulta molto difficile condurre dei faccia a faccia senza che si trasformini in semplici spot elettorali. Bisognerebbe svolgere più trasmissioni dividendo i candidati in piccoli gruppi evitando però quella rigidità di tempi che ha contraddistinto i dibattiti del 2006. Sarebbe bello vedere uno scontro tipo quello tra Obama e la Clinton.