25 febbraio 2008

Alberto Sordi

Ieri erano cinque anni dalla scomparsa di Alberto Sordi. E' inutile elencare gli innumerevoli film dell'Albertone nazionale che spaziando dal comico al drammatico occupano oltre mezzo secolo della storia del cinema italiano. Vorrei però soffermarmi su ciò che ci ha lasciato il maggior attore italiano. Innanzitutto una serie lunghissima di interpretazioni dei più svariati e variopinti stereotipi dell'italiano medio, una serie di ritratti spesso conditi con una buona dose di autoironia, cattiveria, vigliaccheria e sarcasmo che hanno reso perfettamente l'idea della nostra sociètà. Il tutto con l'aggiunta della sua parlata romanesca che dava un ulteriore tocco di comicità. Insomma penso che Alberto Sordi possa essere veramente definito un monumento nazionale che incarnava tutti gli stati d'animo degli italiani. Basta ricordare La Grande guera, Il vigile, Il medico della mutua per capire come Sordi fosse un italiano e centomila.
E' importante perciò che venga ricordato e che i suoi film vengano proiettati costantemente non soltanto nell'anniversario della sua scomparsa. Ha senz'altro lasciato un vuoto in tutti l'italiani ma soprattutto nel cinema italiano che purtroppo non ha passato ottimi momenti dopo la scomparsa di alcuni mostri sacri come Sordi, Totò, Tognazzi e Manfredi.
In queste future settimane il corriere della sera pubblicherà una collana con i migliori film di Sordi sperando che l'Italia non perda una parte della propria identità.
Grazie Alberto.

21 febbraio 2008

Mia cara benzina, quanto mi costi!?!


In questi giorni il prezzo dei carburanti è aumentato ancora sfiorando e a volte superando 1,40 euro al litro. I continui aumenti sui carburanti sono tra le maggiori cause di impoverimento della popolazione. Ultimamente si è visto come soprattutto l'aumento di energia (gas, luce, carburanti) e generi alimentari (frutta, verdura, carne, etc...) causerà una nuova ondata di aumenti. E' importante notare come queste cose siano tutte collegate tra loro: aumentando il prezzo del gasolio aumenterà per forza di cosa il costo del trasporto e perciò anche il prodotto alimentare subirà un rialzo senza considerare poi eventuali speculazioni o aumenti ingiustificati. In questo senso in questa settimana si sono verificati svariati controlli della guardia di finanza in numerosi mercati italiani.

Vorrei però soffermarmi ora sul prezzo dei carburanti. Ci viene detto spesso come l'aumento del prezzo alla pompa non sia proporzionato all'aumento del costo del barile: spesso infatti nonostante il calo del prezzo del barile il costo di un litro di benzina o gasolio aumenta comunque. E' qui a parer mio che sta l'inghippo. Perchè? Forse perchè le maggiori compagnie petrolifere mondiali si sono accordate su un prezzo di cartello impedendo una regolare concorrenza e gestendo loro aumenti e diminuzioni? Purtroppo pare che a queste domande la risposta sia difficile da dare.

In questo senso una risposta ha tentato di darla il governo, che per voce del ministro Bersani aveva promesso una riduzione delle accise sui carburanti. E qui tocchiamo le dolenti note. Dolenti poichè circa il 70% del costo della benzina al litro è dovuto a queste imposte sulle quali viene pagata anche l'IVA: insomma una tassa sulle tasse. La cosa ancora più sconcertante è vedere le singole voci di alcune di queste accise:

0,0099 euro per la guerra di Abissinia del 1935;

0,00724 euro per la crisi di Suez del 1956;

0,00517 euro per il disastro del Vajont del 1963;

0,00517 euro per l'alluvione di Firenze del 1966;

0,00517 euro per il terremoto del Belice del 1968;

0,05113 euro per il terremoto del Friuli del 1976;

0,03874 euro per il terremoto dell'Irpinia del 1980;

0,1059 euro per la missione in Libano del 1983;

0,01137 euro per la missione in Bosnia del 1996;

0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004
Il tutto per un totale di 0,25 euro al litro. (dati della camera dei deputati)

Non ci sono veramente parole. 0,25 euro al litro per una utilitria di media cilindrata (50 litri) significa risparmiare circa 12,5 euro a pieno che moltiplicati per 12 mesi (un pieno al mese) fa 150 euro all'anno che potrebbero essere risparmiati. Senza contare che come detto sopra il risparmio sui carburanti allargherebbe poi la rosa dei prodotti che vedrebbero una diminuzione di prezzo.

20 febbraio 2008

Berlusconi: vaffanculoooooo!!!

Come forse tutti sanno nell'ultima intervista lasciata a Giani Riotta da Silvio Berlusconi le menzogne sono cadute come la neve in Groenlandia. A parte le solite palle sulle ottime operazioni compiute dal suo governo, Berlusconi ha dato il meglio di se (o il peggio, dipende) quando incalzato dalle continue e spiazzanti domande del servo Riotta ha iniziato ad infangare il nome di uno dei giornalisti migliori che l'Italia abbia mai avuto: Enzo Biagi. Il Cainano infatti ha iniziato dicendo che non voleva far allontanare Biagi, Santoro, Lutazzi, etc dalla televisione pubblica perchè la usavano per fini <> per poi proseguire dicendo che Biagi abbia preferito, di sua spontanea volontà, andare via dalla Rai allettato da una congrua liquidazione.



Come potete vedere ma soprattutto sentire le bugie regnano nello studio di Tv7 dove il direttore del più seguito telegiornale d'Italia non fa altro che dialogare con Berlusconi facendogli le domande che lui vuole farsi fare. Insomma più disinformazione di così si muore.
Pubblico ora un video di Daniele Martinelli che a mio parere è uno dei migliori esponenti di questo senso di vomito nei confronti dell'informazione.

18 febbraio 2008

Firenze: risultati referendum

Con il 53,3% dei voti vince il comitato referendario che non vuole la costruzione della tramvia a Firenze. Purtroppo però non è stato raggiunto il quorum (ha votato appena il 39% degli aventi diritto) e trattandosi di un referendum consultivo può benissimo essere ignorato dalla giunta comunale che ha proposto l'opera. Staremo a vedere cosa deciderà il sindaco.

17 febbraio 2008

Firenze: la tramvia in centro


Oggi 17 febbraio 2008 i cittadini fiorentini sono tenuti a recarsi alle urne per un referendum abrogativo sulla tramvia cittadina. Il comune di Firenze ha infatti deciso di costruire una nuova linea tramviaria che dovrebbe passare ed avere una fermata a circa 20 metri dal Duomo e dal Battistero più famosi del mondo. Le opere, firmate dai maggiori esponenti del Rinascimento come Donatello, Uccello e Brunelleschi, sono tra gli edifici più importanti del patrimonio artistico italiano e mondiale; opere che ogni anno vengono visitate da migliaia se non milioni di visitatori italiani e stranieri.
Il comune del capoluogo toscano giustifica la costruzione della tramvia come utile opera per ridurre inquinamento e traffico senza però considerare lo scempio che produrrebbe in quella piazza. Mi piacerebbe sapere cosa ne direbbe Dante se si trovasse un tram di quelle dimensioni (è lungo come circa tre bus: porta fino a 250 persone) nella piazza che vide i maggiori scontri tra guelfi e ghibellini e che con molta probabilità gli fu da ispirazione per la Divina Commedia.
In ogni caso oggi i cittadini aventi diritto (poco più di 310.000) sono diretti alle urne che chiuderanno alle ore 22.00 per esprimere il loro consenso o speriamo il loro dissenso sulla costruzione di questa linea tramviaria.
C'è inoltre da dire che tram di quella specie a Milano sono già operativi e che purtroppo non riducono affatto il traffico cittadino. Infatti i tram hanno una propria corsia preferenziale che ha ridotto notevolmente (quasi dimezzato) le carreggiate per le auto causando così spesso ingorghi dovuti ai parcheggi ed alle intemperanze dei cittadini, inoltre questi tram hanno spesso guasti che bloccano le linee e viste le dimensioni spesso bloccano il traffico cittadino. Insomma a me sembra che costruire tram sia solo un passo indietro se si considera che i primi tram sono comparsi a cavallo tra '800 e '900, a mio parere sarebbe molto meglio costruire autobus ecologici (elettrici o a gas) più mobili e non vincolati alle rotaie che per un minimo intoppo (auto in seconda fila, sassi, ...) si bloccano causando gravi danni alla mobilità.
Vi terrò informati prossimamente sul risultato del referendum.


16 febbraio 2008

Cinema: "La guerra di Charlie Wilson"



Tratto da una storia vera "La guerra di Charlie Wilson" narra la vicenda del deputato texano Wilson che nella prima metà degli anni '80 iniziò a finanziare segretamente i mujaheddin afgani per fronteggiare l'invasione russa dell'Afghanistan.


Un sublime Tom Hanks riesce ad interpretare sia gli eccessi (sesso, cocaina e wisky) sia l'umanità del deputato che si impegna duramente per ottenere sempre maggiori finanziamenti dal Congresso americano; Hanks affiancato da un'ottima e inedita Julia Roberts che interpreta una ricca donna che spinta da amore per Dio è impegnata attivamente in Afghanistan per aiutare i moltissimi profughi che varcano il confine pakistano. Da sottolineare anche la bravura di Philip Hoffman che come esponente della CIA aiuta Wilson ad organizzare la difesa degli afgani con una grande dose di ironia.


Purtroppo però una volta che i sovietici lasciarono i territori afgani la commissione difesa americana non concesse nuovi finanziamenti a Wilson per la ricostruzione del paese. Così gli estremisti riuscirono ad impadronirsi delle armi americane e a fomentare terrore per il paese impadronendosi del potere; ma questa è storia recente.


"Queste sono le cose che sono accadute. Sono stati avvenimenti gloriosi e che hanno cambiato il mondo. E le persone a cui vanno i meriti sono quelle che hanno fatto sacrifici. E poi noi abbiamo mandato tutto a puttane”. Charlie Wilson

13 febbraio 2008

Elezioni 2008


Il 13 e 14 aprile l'italiani saranno tenuti a recarsi alle urne per una nuova votazione governativa.

Dalla caduta del governo Prodi in poi la politica si è contraddistinta solo per il valzer delle alleanze e del trasformismo. Da oggi si possono affermare con certezza le allenze: nel centro-destra FI ed AN si sono fuse nel Popolo della libertà insieme ad altri piccoli partiti (DCA,Liberlademocratici,...) mentre la Lega Nord è legata con un patto federativo allo stesso PDL; l'UDC di Casini ha deciso invece di correre da solo candidandosi lui stesso come Primo ministro. Nel centro-sinistra (che può anche essere chiamato centro non essendoci più la sinistra) il PD correrà da solo legato soltanto all'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che comunque si presenterà con il prorpio simbolo. A sinistra PRC, PCI, Verdi e Sinistra democratica si presenteranno con il nuovo simbolo di Sinistra Arcobaleno.

Sparsi poi si presenteranno la Rosa Bianca di Pezzotta e Tabacci, la Destra di Storace, il Partito Comunista dei lavoratori di Turigliatto, la lista Pro life di Giuliano Ferrara e forse un movimento di Rita Borsellino.

Nonostante però i raggruppamenti partitici, che ci diminuiscono la rosa di candidati, la campagna elettorale vedrà le stesse identiche facce del 2006 (a parte Veltroni) e soprattutto l'identica legge elettorale del 2006. Con questa legge infatti non è il cittadino ma il partito a scegliere i candidati proponendo così chi gli pare e piace. In questo senso trovo ottima l'idea di Di Pietro che probabilmente si allargherà a tutto il PD di candidare solo coloro che hanno la fedina penale pulita. Un grande passo avanti che se sarà rispettato diventerà il primo segno civile della politica dopo molto tempo. Purtoppo però pare che gli altri partiti non abbiano la stessa idea. Bisognava però fare uno step ulteriore impedendo a coloro che avevno svolto più di tre legislature di potersi ricandidare soprattutto quando lo prevede lo statuto del proprio partito (vedi Fassino e i DS).

La campagna elettorale si presenta più accesa che mai, speriamo solo che siano i programmi e non i programmatori ad occupare tutta la scena.

10 febbraio 2008

10 febbraio: per non dimenticare


Da pochissimi anni il 10 febbraio è la giornata del ricordo dei morti nelle Foibe. Per chi non lo sapesse (cosa molto probabile visto che pochissimi libri di storia scolastici ne parlano) le foibe sono delle cavità nel terreno profonde decine di metri (simili a pozzi senz'acqua) dove furono gettati migliaia di italiani tra il 1943 ed il 1945.

Dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943 il territorio italiano in Istria e Dalmazia fu occupato dai militari del regime comunista jugoslavo comandato da Tito che utilizzarono le foibe come fosse comuni dopo aver ucciso a sangue freddo centinaia di italiani. Successivamente quei territori furono occupati dai nazisti e perciò l'eccidio fu fermato. Riprese però alla fine della guerra tra l'aprile ed il giugno del 1945 dove le foibe furono utilizzate dai soldati di Tito non solo per gettarvi i morti ma anche per uccidere; infatti migliaia di uomini, donne e bambini furono buttati ancora vivi in queste buche. L'eccidio continuò fino all'arrivo degli anglo-americani che occuparono la zona.

I morti furono molti ma i dati sulle vittime sono molto controversi. In media le vittime dovrebbero essere tra le dieci e le venti mila, ma sono tutti dati teorici poichè il regime di Tito distrusse anche tutti gli archivi anagrafici impedendo così una successiva ricostruzione del numero delle vittime.

E' importante sottolineare come le vittime fossero indifferentemente fascisti ed antifascisti, la loro colpa era solo quella di essere italiani. L'unica motivazione (futile) che spinse il regime jugoslavo a compiere quei massacri è l'appartenenza territoriale: gli jugoslavi rivendicavano l'Istria e la Dalmazia come propri territori che li erano stati sottratti con la vittoria italiana nella Grande Guerra.

E' importante sottolineare però come queste vicende non vengano narrate nei libri di storia e nemmeno citate dai professori italiani. Ciò probabilmente accade per una iniziale accondiscendenza da parte del partito comunista italiano in quegli anni, accondiscendenza che pare finalmente scomparsa visto le ultime dichiarazioni di Fausto Bertinotti sull'accaduto.

Tito fu accusato di crimini contro l'umanità oltre che per i massacri contro gli italiani anche per quelli commessi contro gli sloveni.

Infine è fondamentale ricordare questa tremenda pagina della nostra storia che vide la morte di migliaia di innocenti e l'esodo di circa 350 mila persone.

Ricordare i capitoli dolorosi delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata è un dovere a cui abbiamo mancato per oltre cinquant'anni. A questi poveri nostri fratelli che hanno pagato per tutta l'Italia la cambiale della Seconda Guerra Mondiale non abbiamo mostrato alcuna gratitudine, anzi, abbiamo cercato di cancellarli. Arrigo Petacco




6 febbraio 2008

TV: un'accozzaglia di programmi

In questi ultimi anni la televisione italiana ha avuto un calo fortissimo di interesse. Non c'è da stupirsi però visto i programmi che occupano i palinsesti delle sette maggiori reti nazionali. Al giorno d'oggi infatti non sono i telespettatori ma gli interessi economici a far ruotare la macchina televisiva. Ai giorni nostri quando si parla di televisione in senso lato si è maggiormente preoccupati degli introiti pubblicitari piuttosto che della qualità dei programmi che vanno in onda, perciò si preferisce produrre format (spesso copiati dall'estero) scadenti ma che attirino un maggior numero di persone.

Negli attuali palinsesti esistono sostanzialmente sei grandi raggruppamenti di programmi: film, telegiornali, programmi di approfondimento, fiction, varietà e documentari. All'interno di questi grandi gruppi vi sono poi ulteriori suddivisioni che per non complicare l'esposizione non tratterò.


I film che vengono trasmessi sono sempre meno e soprattutto pieni di interruzioni pubblicitarie che ne impediscono una piacevole fruizione; inoltre molto spesso bei film vengono trasmessi in seconda se non in terza serata. A mio parere sarebbe meglio innanzitutto diluire sull'intera giornata la trasmissione dei film così che anche il mattino e soprattuto il pomeriggio si possa vedere un bel film senza dover aspettare le 21.30 che per alcuni (bambini ed anziani) sono magari orari proibitivi.


I telegiornali sono a mio parere ben dilazionati durante la giornata ma purtroppo sono vuoti di contenuti. Ho già esposto la mia posizione sugli organi di informazione e perciò non mi dilungherò.


I programmi di cossidetto approfondimento sono molto numerosi ma anch'essi vuoti di vere notizie di approfondimento. Spesso sono solo un'accozzaglia di opinioni che spostano l'attenzione facendo passare in secondo piano il fatto. Bisognerebbe prendere spunto dai grandi reportage della CNN o della BBC che raccontano la vicenda anche per ore senza intervistare nessuno, solo per informare.


Le fiction sono a mio parere un buon tipo di programma. Se fatte bene infatti possono interessare (come quelle di sfondo storico), divertire ed anche a volte emozionare.


I documentari sono sempre meno presenti sui nostri schermi. A parte Geo & Geo che va in onda quotidianamente mostrandoci splendide immagini sugli animali sono sempre meno i programmi dedicati alla scienza, alla storia, ai viaggi ed al regno animale. Sarebbe invece utile anzichè mostrarli in terza serata (come la Storia siamo noi) riprodurli il pomeriggio o magari prima dei telegiornali serali al posto di quei quiz pseudoistruttivi.


Infine i varietà. I varietà che si differenziano in vari tipi: reality, quiz, cabaret, etc... sono sempre più da idioti e da automi. Spesso infatti il telespettatore viene trattato come un' ameba che si beve ogni cavolata che gli viene propinata.


E' ovvio che vi sono delle eccezioni. Tra i telegiornali l'unico che forse è minimamente degno di questo nome è il Tg3, tra i documentari oltre al già citato Geo & Geo un ottimo programma è Alle falde del Kilimangiaro e Correva l'anno (che va in onda non prima delle 23.30). Tra i programmi di approfondimento si salvano a mio parere AnnoZero e Report oltre che qualche puntata di Terra; per i varietà invece a parte Blob, Striscia la notizia e le trasmissioni di Fiorello e della Dandini ben poche sono degne di andare in onda (basti pensare a Gabbia di matti, Buona domenica, Domenica In, etc...).


A questo punto è necessario un radicale cambiamento del sistema televisivo italiano che è stato prima ingabbiato con la legge Gasparri e poi non toccato dal governo di centro sinistra. E' interessante notare come entrambi gli schieramenti politici gongolino con l'attuale sistema radio-televisivo. Sarebbe oppurtuno, con una legge sul conflitto di interesse, togliere almeno una rete a Berlusconi lasciando magari entrare Europa7 nel mercato e poi spostare magari rai 3 sul satellite. Basterebbe pensare al consumatore che se vuole informarsi ed avere un minimo di piacere dal mezzo televisivo è costretto ad abbonarsi a Sky. E' necessario perciò aprire un vero pluralismo ed una vera concorrenza che non veda come accade oggi opporsi gli stessi format su canali diversi (Buona domenica-Domenica In, Porta a Porta-Matrix-Tg2 Punto di vista-Primo piano, L'eredità-Chi vuol essere milionario, etc...).


Mi rendo conto però che le mie sono solo utopie poichè ora come ora se dovesse risalire al potere Berlusconi nulla cambierebbe e poichè nulla è cambiato in quasi due anni di governo di centro sinistra.


4 febbraio 2008

Crisi: 4^ parte


Sono terminate anche le consultazioni fatte dal Presidente Marini.

L'ultimo giorno ha visto sfilare le delegazioni di Forza Italia, Partito Democratico ed Alleanza Nazionale. Il partito di Berlusconi ha ribadito la necessità di andare nuovamente al voto come anche Gianfranco Fini; di altro avviso Walter Veltroni che ha ribadito la vogia del PD di costruire un governo che faccia le riforme essenziali prima del voto.

Le delegazioni passate in rassegna nei giorni scorsi sono state molto eterogenee: UDC,UDEUR,DCA,IDV hanno optato per le elezioni, PRC, VERDI per un govero delle riforme mentre PCI non vuole in nessun caso fare un governo con la destra.

Ora tocca nuovamente al Presidente Napolitano decidere cosa fare.