22 gennaio 2008

E fu la crisi...





Ieri 21 gennaio 2008 il senatore Mastella ha dichiarato di voler togliere l'appoggio esterno dell'UDEUR al governo.
Apre così la crisi di governo. I vertici dell'UDEUR, Mastella compreso, hanno poi dichiarato che voteranno no alla fiducia che domani 22 gennaio Prodi andrà a chiedere alle camere parlamentari. Ciò significa che il governo inevitabilmente cadrà. A questo punto il dibattito politico si concentra necessariamente sul da farsi: elezioni anticipate? governo di larghe intese? governo tecnico? La palla passerà a Napolitano che dopo le consultazioni parlamentari potrà decidere cosa fare. Gli interrogativi rimangono comunque tanti poichè andare a nuove elezioni con questa legge elettorale potrebbe far uscire un nuovo governo con problemi numerici, un governo di larghe intese (soprannominato "Veltrusconi") escluderebbe i partiti medi e soprattutto quelli piccoli; insomma non si capisce più niente.

Appurata la crisi è però un altro il dato sconcertante: le alternative a Prodi sono le stesse del 2006, le stesse del 2001 e persino le stesse del 1994. Di fatti al posto di Prodi presumibilmente potrebbero andare o Veltroni o Berlusconi, il che è poco incoraggiante per chi vorrebbe un cambio generazionale che veda facce nuove e soprattutto fedine penali pulite. Purtroppo però non sembra che qulcuno possa sostituire i leaders del PD e di FI che rimangono al loro posto.
Saremo perciò inevitabilmente costretti ad avere o un nuovo governo Berlusconi con i relativi e soliti Fini, Casini, Maroni, etc... oppure un nuovo governo Veltroni con i relativi e soliti Rutelli, D'Alema, Fassino, etc...

E' necessario perciò allargare la crisi che da crisi puramente governativa diventa crisi politica e istituzionale. Si tratterà quindi di estirpare chi rovina la politica italiana, e per fare ciò non si può fare altro che seguire la proposta di Beppe Grillo (sottoscritta da Di Pietro) che prevederebbe l'eliminazione dei parlamentari condannati ed un limite di massimo due magistrature per parlamentare; norme che renderebbero il Parlamento finalmente incensurato e che consentirebbero il tanto invocato cambio generazionale.

Ora come ora non ci resta che aspettare il voto di fiducia di domani e le eventuali decisioni del Capo dello Stato.




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